Lettera di Mons. Francesco Savino ai nonni e agli anziani

“Di generazione in generazione la sua misericordia” (Lc 1,50)

Carissime, carissimi,vorrei per prima cosa chiedere a ciascuna e a ciascuno di voi come state, se passate e vivete bene il […]
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Mons. Francesco Savino: un nuovo “rinascimento” per il sud a partire dal capitale umano

By Francesco Inguanti - 14 Marzo 2023

 Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente per l’Italia meridionale della Conferenza Episcopale Italiana, ha predicato nei giorni 6, 7 e 8 marzo 2023 gli esercizi spirituali nella parrocchia di Sant’Ernesto a Palermo. L’ultima sera dopo aver pregato dinnanzi alle reliquie della beata Pina Suriano ivi custodite, gli abbiamo posto alcune domande.

Leggi l'Intervista nel file  in allegato.

 

Mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio e vice presidente della Cei, scrive una lettera ai maturandi.

“Sognate in grande e volate sempre alto, ma mai da soli”

( Si pubblica, in allegato,  il testo della lettera indirizzata ai maturandi di Mons. Francesco Savino, vescovo della Diocesi di Cassano all'Ionio)

 


 

“Questo convenire del mondo sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale e del volontariato è un momento importante sia dal punto di vista simbolico che da quello reale: è importante soprattutto il tema che ci vede tutti qui che è, appunto, ‘Insieme’: è insieme che possiamo garantire la salute. Il rischio delle divisioni, della parcellizzazione, degli interessi differenti dal bene comune mette a rischio il diritto alla salute, che è quello su cui ci giochiamo la democrazia, quella compiuta e responsabile, e la civiltà, quella civiltà dell’amore a cui spesso hanno fatto riferimento a Giovanni Paolo II, Paolo VI, Papa Francesco”. Lo ha detto al Sir mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, a margine della celebrazione dellaroma 3ª Giornata nazionale del personale sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale e del volontariato che si è svolta a Roma, alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino. Il giorno scelto per la celebrazione è quello dell’anniversario del primo caso di Covid-19 in Italia, intercettato proprio il 20 febbraio 2020. Per mons. Savino “il diritto alla salute negato è forma di violenza”. “È così in alcune zone d’Italia – ha commentato al Sir – dove questo diritto è alienato, perennemente irraggiungibile. Dobbiamo far sì che a tutti siano offerte le stesse opportunità, ci sia uguaglianza, che l’offerta sanitaria sia uguale per tutti. E occorre prestare attenzione ai poveri, a chi non può, non ce la fa”. La strada per arginare questa tendenza alla violenza è, per mons. Savino, “quella indicata da Papa Francesco: attraverso stili di assistenza orientati alla compassione, alla vicinanza e alla tenerezza”.

Roma 20 febbraio 2023

 

Buongiorno a tutte e a tutti ! Ai Signori Ministri, alle autorità Civili, Militari e Religiose.

Rivolgo il mio saluto e un abbraccio empatico di gratitudine, unitamente a quello di tutta la Conferenza episcopale italiana e del suo presidente S.Em.za il Card. Matteo Zuppi, al personale sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale, alle associazioni di categoria e al mondo del volontariato oggi convenuto in questa sede per la terza giornata nazionale.

L’importanza di questa giornata, sottolineata dal tema scelto “Insieme per garantire la salute di tutti”, è rappresentata dall’alto valore che essa assume nella consapevolezza che la cura della salute, come bene collettivo da garantire e tutelare, è la misura del grado di civiltà di una società moderna e direi anche di una democrazia.

Non c’è democrazia reale senza la garanzia del diritto alla salute.

Nel contesto culturale occidentale, soprattutto nel periodo pandemico, la comunicazione distorta e a volte fuorviante di alcune frange del mondo scientifico e culturale nazionale, ha generato, oltre ad un elevato senso di frustrazione collettiva dinanzi agli spettacoli della malattia e della morte, anche una conflittualità che ancora oggi registriamo a livelli di guardia soprattutto nei confronti di coloro che esercitano quotidianamente le professioni di cura.

Ripartire quindi, da una comunicazione più libera, più competente ed affidabile, soprattutto quando è in gioco il valore della salute e della vita umana, è un obiettivo auspicabile ed a cui siamo tenuti a partecipare tutti, compresa la comunità ecclesiale (la chiesa) come parte integrante della vita democratica di questo paese. Ri-cor-dare, riportare cioè al cuore, le persone care che non ci sono più, vittime del Covid-19, è fondamentale. È un esercizio di senso! Stiamo attenti a quella nota perversa della cultura del nostro tempo: l’Alzheimer culturale.

Urge partire dai luoghi di formazione accademica e professionale, in cui fornire ai professionisti della cura strumenti culturali adeguati al contatto con la persona ammalata e all’individuazione dei suoi bisogni, per poi procedere a modellare i luoghi e gli spazi di cura per orientarli alle esigenze specifiche dei malati e dei loro famigliari affinché il tempo della malattia sia tempo di condivisione empatica e comunicazione vera.

La salute è un bene inviolabile per la chiesa e per la società intera. È necessario custodirlo e potenziarlo sempre più.

A tal fine è auspicabile allocare maggiori risorse per il diritto alla salute di tutti verso alcune direzioni fondamentali:

  1. Il potenziamento della rete ospedaliera soprattutto in alcune Regioni. Voglio ricordare, per amore della verità, la disparità di qualità dell’offerta nelle regioni che genera migrazione dei pazienti (mobilità sanitaria) e quindi la necessità che a tutti sia data la possibilità di accedere alle strutture di alta qualità delle cure supportando quanti non hanno le condizioni economiche e sociali per accedere lontano da casa, alle strutture ospedaliere ritenute più idonee. Non è possibile che ci sia sempre qualcuno più uguale degli altri (cfr. George Orwell, “La fattoria degli animali”);
  2. Il riequilibrio tra ospedale e medicina di comunità-territorio

(medicina di prossimità), in particolare con i servizi  domiciliari alla persona e la telemedicina;

  1. L’offerta di servizi e strutture a carattere socio-assistenziale a favore delle persone più fragili e vulnerabili. (Si impone una riflessione sulla qualità di cura degli anziani, vera memoria storica, biblioteca vivente del tempo che passa, che hanno sopportato, durante il COVID-19, le conseguenze più gravi).

Il diritto alla salute negato è una violenza, che può essere arginata, come ci ricorda papa Francesco, attraverso stili di assistenza orientati alla compassione, alla vicinanza e alla tenerezza: insieme, allora, per garantire la salute di tutti!

Grazie di cuore, ancora, a tutti voi. 

          Francesco Savino

Vescovo di Cassano all’Jonio

 Vicepresidente Conferenza Episcopale Italiana

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