Mons. Francesco Savino: un nuovo “rinascimento” per il sud a partire dal capitale umano

By Francesco Inguanti - 14 Marzo 2023

 Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente per l’Italia meridionale della Conferenza Episcopale Italiana, ha predicato nei giorni 6, 7 e 8 marzo 2023 gli esercizi spirituali nella parrocchia di Sant’Ernesto a Palermo. L’ultima sera dopo aver pregato dinnanzi alle reliquie della beata Pina Suriano ivi custodite, gli abbiamo posto alcune domande.

Leggi l'Intervista nel file  in allegato.

 

Roma 20 febbraio 2023

 

Buongiorno a tutte e a tutti ! Ai Signori Ministri, alle autorità Civili, Militari e Religiose.

Rivolgo il mio saluto e un abbraccio empatico di gratitudine, unitamente a quello di tutta la Conferenza episcopale italiana e del suo presidente S.Em.za il Card. Matteo Zuppi, al personale sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale, alle associazioni di categoria e al mondo del volontariato oggi convenuto in questa sede per la terza giornata nazionale.

L’importanza di questa giornata, sottolineata dal tema scelto “Insieme per garantire la salute di tutti”, è rappresentata dall’alto valore che essa assume nella consapevolezza che la cura della salute, come bene collettivo da garantire e tutelare, è la misura del grado di civiltà di una società moderna e direi anche di una democrazia.

Non c’è democrazia reale senza la garanzia del diritto alla salute.

Nel contesto culturale occidentale, soprattutto nel periodo pandemico, la comunicazione distorta e a volte fuorviante di alcune frange del mondo scientifico e culturale nazionale, ha generato, oltre ad un elevato senso di frustrazione collettiva dinanzi agli spettacoli della malattia e della morte, anche una conflittualità che ancora oggi registriamo a livelli di guardia soprattutto nei confronti di coloro che esercitano quotidianamente le professioni di cura.

Ripartire quindi, da una comunicazione più libera, più competente ed affidabile, soprattutto quando è in gioco il valore della salute e della vita umana, è un obiettivo auspicabile ed a cui siamo tenuti a partecipare tutti, compresa la comunità ecclesiale (la chiesa) come parte integrante della vita democratica di questo paese. Ri-cor-dare, riportare cioè al cuore, le persone care che non ci sono più, vittime del Covid-19, è fondamentale. È un esercizio di senso! Stiamo attenti a quella nota perversa della cultura del nostro tempo: l’Alzheimer culturale.

Urge partire dai luoghi di formazione accademica e professionale, in cui fornire ai professionisti della cura strumenti culturali adeguati al contatto con la persona ammalata e all’individuazione dei suoi bisogni, per poi procedere a modellare i luoghi e gli spazi di cura per orientarli alle esigenze specifiche dei malati e dei loro famigliari affinché il tempo della malattia sia tempo di condivisione empatica e comunicazione vera.

La salute è un bene inviolabile per la chiesa e per la società intera. È necessario custodirlo e potenziarlo sempre più.

A tal fine è auspicabile allocare maggiori risorse per il diritto alla salute di tutti verso alcune direzioni fondamentali:

  1. Il potenziamento della rete ospedaliera soprattutto in alcune Regioni. Voglio ricordare, per amore della verità, la disparità di qualità dell’offerta nelle regioni che genera migrazione dei pazienti (mobilità sanitaria) e quindi la necessità che a tutti sia data la possibilità di accedere alle strutture di alta qualità delle cure supportando quanti non hanno le condizioni economiche e sociali per accedere lontano da casa, alle strutture ospedaliere ritenute più idonee. Non è possibile che ci sia sempre qualcuno più uguale degli altri (cfr. George Orwell, “La fattoria degli animali”);
  2. Il riequilibrio tra ospedale e medicina di comunità-territorio

(medicina di prossimità), in particolare con i servizi  domiciliari alla persona e la telemedicina;

  1. L’offerta di servizi e strutture a carattere socio-assistenziale a favore delle persone più fragili e vulnerabili. (Si impone una riflessione sulla qualità di cura degli anziani, vera memoria storica, biblioteca vivente del tempo che passa, che hanno sopportato, durante il COVID-19, le conseguenze più gravi).

Il diritto alla salute negato è una violenza, che può essere arginata, come ci ricorda papa Francesco, attraverso stili di assistenza orientati alla compassione, alla vicinanza e alla tenerezza: insieme, allora, per garantire la salute di tutti!

Grazie di cuore, ancora, a tutti voi. 

          Francesco Savino

Vescovo di Cassano all’Jonio

 Vicepresidente Conferenza Episcopale Italiana

L’Avvento non esprime una sorta di eterno “ritorno” di Cristo fra noi, ma ci conduce alla perenne attualità della presenza di Colui che, per l’incarnazione, ha scelto di assumere una condizione storica e si è fatto nostro compagno di viaggio. Egli è l’Emmanuele, il Dio-con-noi, dunque il Dio che fa “strada insieme” a noi (syn-odós). Possiamo dire che l’Emmanuele è il Dio che accetta di fare esperienza sinodale con gli uomini…

 
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“Questo convenire del mondo sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale e del volontariato è un momento importante sia dal punto di vista simbolico che da quello reale: è importante soprattutto il tema che ci vede tutti qui che è, appunto, ‘Insieme’: è insieme che possiamo garantire la salute. Il rischio delle divisioni, della parcellizzazione, degli interessi differenti dal bene comune mette a rischio il diritto alla salute, che è quello su cui ci giochiamo la democrazia, quella compiuta e responsabile, e la civiltà, quella civiltà dell’amore a cui spesso hanno fatto riferimento a Giovanni Paolo II, Paolo VI, Papa Francesco”. Lo ha detto al Sir mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, a margine della celebrazione dellaroma 3ª Giornata nazionale del personale sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale e del volontariato che si è svolta a Roma, alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino. Il giorno scelto per la celebrazione è quello dell’anniversario del primo caso di Covid-19 in Italia, intercettato proprio il 20 febbraio 2020. Per mons. Savino “il diritto alla salute negato è forma di violenza”. “È così in alcune zone d’Italia – ha commentato al Sir – dove questo diritto è alienato, perennemente irraggiungibile. Dobbiamo far sì che a tutti siano offerte le stesse opportunità, ci sia uguaglianza, che l’offerta sanitaria sia uguale per tutti. E occorre prestare attenzione ai poveri, a chi non può, non ce la fa”. La strada per arginare questa tendenza alla violenza è, per mons. Savino, “quella indicata da Papa Francesco: attraverso stili di assistenza orientati alla compassione, alla vicinanza e alla tenerezza”.

 

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Cenni biografici

Nasce a Bitonto il 13/11/1954, entra nel Seminario Regionale di Molfetta dopo aver conseguito la Maturità Classica al Liceo Classico “C. Sylos” di Bitonto, nel 1973. Gli anni liceali sono stati anni di studio, di vita associativa in Parrocchia presso San Silvestro e di attività vincenziana nella conferenza giovanile di San Vincenzo costituita da liceali sotto la guida del Prof. Ottavio Leccese e di Mons. Francesco Fornelli. È un giovane in ricerca che completa gli studi teologici ed è ordinato sacerdote dal vescovo di Bitonto, Mons. A. Marena, il 24 agosto 1978. Già nello stesso anno riceve l’incarico di insegnante di Religione. Insegna prima nella Scuola Media “F. Rutigliano”, poi alla “V. Rogadeo” e in seguito al Liceo Classico “C. Sylos”. Negli stessi anni è educatore nel seminario per minori a Bitonto e comincia a seguire in particolare la pastorale giovanile distinguendosi come guida-amico di ragazzi e di giovani che con entusiasmo partecipano alle sue proposte di preghiera e di studio. Organizza ritiri spirituali, campi scuola estivi, incontri di formazione. Segue un gruppo di giovani che entra nell’ACLI assumendo impegni derivati dalla formazione socio-religiosa del giovane don Ciccio.

È nominato vice-parroco della Parrocchia San Silvestro-Crocifisso dove anima la vita parrocchiale seguendo l’animazione e la catechesi dei giovani. Riceve negli stessi anni l’incarico di Responsabile della Pastorale giovanile della città.

Il 20 gennaio 1985 è nominato Parroco della Parrocchia Cristo Re Universale di Bitonto. Si tuffa con entusiasmo in ogni attività pastorale curando personalmente la catechesi, la liturgia e la carità. E vicino a tutti, si fa compagno di strada di ciascuno, particolarmente dei più deboli. Anima incontri di catechesi per gli anziani sempre più numerosi che maturano scelta di vita nell’impegno come catechisti e animatori dell’Oratorio. Grazie al Gruppo Caritas che cresce nei contenuti e nelle esperienze, apre un Centro d’Ascolto ed un piccolo Centro di Accoglienza. Tossicodipendenza, AIDS ed ogni forma di emarginazione sono gli interessi del Parroco che con entusiasmo e ardore sempre crescenti concretizza nella prossimità ai deboli e ai poveri la fede di Gesù Cristo. Promuove la catechesi per i genitori dei battezzandi in preparazione del Battesimo; utilizza come occasioni assemblee parrocchiali, incontri biblici di preghiera, ritiri spirituali. In questi anni ottiene l’incarico di Responsabile Caritas per la città di Bitonto.

Il 2 ottobre 1989 
è nominato Parroco Rettore della Parrocchia Santuario Santi Medici. L’ambito più vasto della pastorale parrocchiale e l’attenzione ai fedeli devoti dei Santi Cosma e Damiano gli dà occasione di organizzare momenti liturgici di particolare respiro, soprattutto in occasione della festa liturgica dei Santi, il 26 settembre, e della festa ottobrina. La catechesi è articolata dal Parroco in vari settori e comprende anche la cura particolare dei ragazzi a rischio di devianza presso il Centro Pastorale Parrocchiale. La Carità è la forza propulsiva per la ideazione della Fondazione ‘Opera Santi Medici Cosma e Damiano – Bitonto – ONLUS’ nel novembre 1993. Nel frattempo don Ciccio ha già aperto un Centro d’Ascolto, una Casa d’Accoglienza per senza fissa dimora; ha dato impulso alla Mensa dei poveri e ha avviato la Costituzione di una Associazione famiglie contro la droga. Si fa prossimo in modo specifico agli usurati.

Mentre cura la sua formazione teologica fino a conseguire il Baccalaureato in Sacra Teologia nel 1992, rivolge particolare attenzione ai problemi dovuti all’illegalità diffusa. A marzo 2000 ha discusso per la licenza in Antropologia per la tesi su «L’Ebraismo come uscita dall’essere. Dall’identità alla alterità su E. Lévinas».

Nel 1997, mentre avvia i lavori per la Casa Alloggio per malati di AIDS, che viene inaugurata il 2 ottobre 1998, dopo aver affrontato non pochi intoppi burocratici, inaugura a settembre il nuovo Progetto della Casa d’Accoglienza, che da ospitalità a donne in difficoltà anche con figli fino a 6 anni.

Don Ciccio è componente del Consiglio Presbiterale Diocesano.

Dirige la Rivista trimestrale “Eco dei Santi Medici” ed una collana della Casa Editrice “Ed Insieme” di Terlizzi dal titolo “Scrigni/contenuti preziosi su fogli leggeri”.

In entrambe le pubblicazioni trovano posto interventi pastorali di don Ciccio Savino e contributi culturali di vario genere e specificatamente socio-religiosi di vari esperti di chiara fama nazionale in contatto con il Parroco-Rettore del Santuario.

Nel 1998 riceve a Bitonto il Premio “L’uomo e la città”, un premio attribuito alla persona che con il suo impegno contribuisce a far crescere la città dal punto di vista culturale, sociale e religioso.

Insegna Pastorale della Carità a Bari presso lo STIP (Studio Teologico Interreligioso Pugliese).

L’8 luglio 2007 inaugura l’Hospice Centro di Cure Palliative “Aurelio Marena”, che ospita ammalati in fase avanzata e non guaribili di cancro.

Sempre nel 2007 riceve per la sezione speciale “Solidarietà Sociale” il Premio “Leonardiano”, un premio cittadino attribuito alle personalità che hanno dato il massimo contributo e prestigio all’immagine della propria città.

Il 28 Febbraio 2015 viene eletto da Papa Francesco Vescovo della Diocesi di Cassano all’Jonio.

Il 31 Maggio 2015 inizia il suo ministero episcopale nella Diocesi di Cassano all’Jonio.